Le azioni a difesa della proprietà, anche dette azioni petitorie e codificate dagli artt. 948-951 del codice civile, sono le seguenti:

• Azione di rivendicazione è disciplinata dall’ 948 c.c. e trattasi dell’azione con cui il proprietario mira ad ottenere la restituzione del bene sottrattogli. In ossequio a quanto previsto dall’art. 2697 c.c., inerente all’onere della prova, graverà sull’attore-proprietario dimostrare il titolo, ossia la fonte da cui discende il proprio diritto di proprietà. Un tale onere può essere più difficoltoso nei territori retti dal sistema della trascrizione, (quasi l’intero territorio italiano), i cui registri immobiliari sono basati su un sistema a base personale. Qui la ricostruzione del ventennio di proprietà (qualora non si abbia un titolo scritto), pertanto utile a dimostrare l’intervenuta usucapione, è più complesso, ma non impossibile. Diverso è nei territori – come quello dove operiamo – retti dal sistema tavolare. Quest’ultimo è basato su una pubblicità a base reale ruotante attorno al bene stesso e alle vicende che lo interessano. Di conseguenza provare il titolo di proprietà sarà facile, considerato che la partita tavolare in cui è registrato il bene conserva tutte le vicende che lo hanno interessato nel tempo. Nel sistema retto dal libro fondiario affinché si determini la costituzione del diritto a favore di un soggetto è necessario l’iscrizione nel libro stesso. In difetto, a differenza di quanto accade sul resto della Penisola, il trasferimento della proprietà non è completo. Non è sufficiente il consenso ex art. 1176 c.c., per concludere una vendita immobiliare e quindi il trasferimento del diritto di proprietà dal soggetto venditore al soggetto acquirente, ma è altresì necessario l’intavolazione del diritto nel libro fondiario. Tale passaggio ha l’effetto di costituire il diritto;
• Azione negatoria o di accertamento negativo è prevista dall’ 949 c.c. Con tale azione il proprietario, che abbia motivo di temere un pregiudizio da terzi, mira a far accertare e dichiarare l’inesistenza di diritti che altri affermano di vantare su quella cosa. Qui non vi è dubbio su chi sia il proprietario, infatti con tale azione, quest’ultimo vuole far cessare una turbativa da parte di terzi i quali, ad esempio, affermino di vantare sul bene un diritto reale minore come un diritto di usufrutto;
• Azione per il regolamento di confini è regolata dall’ 950 c.c. Trattasi di azione diretta ad ottenere dal Giudicante l’accertamento della precisa linea di confine tra due fondi attigui;
• Azione di apposizione di termini è disciplinata dall’ 951 c.c. ed ha come unico fine quello di ripristinare i termini mancanti o divenuti, nel tempo, irriconoscibili. Qui non vi è dubbio su quale sia il confine infatti è unicamente mirata ad ottenere nuovamente l’apposizione di segni di confine.